lunedì 1 febbraio 2016

Macbeth


Come iniziare il 2016 con lo spirito giusto?
Ovviamente partecipando all'iniziativa, proposta dal blog Scratchbook ,  #Maratonashakespeariana, la quale richiede di leggere una tragedia di Shakespeare al mese in occasione del quattrocentesimo anno dalla sua morte.
William 
Shakespeare lo studiai sommariamente al liceo e, per puro diletto, lessi solo il famosissimo Romeo e Giulietta (ADORO!). 
Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei: Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? È il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte. - Romeo: Atto II, Scena II
Dunque quale migliore occasione, questa, per poter leggere le altre tragedie tutti insieme appassionatamente?
Mi sono pertanto armata della raccolta edita Einaudi (trad. Cesare Vico Lodovici) e mi sono immersa nella lettura della prima tragedia dell'anno: Macbeth.





Per i più curiosi, questo è il programma:



Gennaio - Macbeth
Febbraio -  Amleto
Marzo - Otello
Aprile - Re Lear
Maggio - Antonio e Cleopatra
Giugno - La Tempeste
Luglio - Romeo e Giulietta
Agosto - Sogno di una notte di mezza estate
Settembre - Il mercante di Venezia
Ottobre - Come vi piace
Novembre - Giulio Cesare
Dicembre - La dodicesima notte



Macbeth è tra i più conosciuti drammi di Shakespeare, nonché tragedia più breve, composta da cinque atti e composta indicativamente tra il 1905 ed il 1906. Si apre con l'apparizione delle tre Streghe, chiamate anche Sorelle Fatali, personaggi poco realistici, quasi mistici che nelle prima battute progettano di incontrare Macbeth in seguito ad una battaglia. Sono personaggi singolari che fanno immediatamente trasparire una realtà tetra ed ambigua. 

Bello è il brutto e brutto il bello: Voliamo per la nebbia e l’aria lurida.  Atti I, Scena I

Questa enigmatica frase è quella con cui le streghe si congedano dalla primissima scena di Macbeth e fa emergere immediatamente i contenuti dell'intera tragedia: si assiste infatti ad uno stravolgimento dei valori, ad una deformazione della realtà con la conseguente perdita di ogni certezza. I contrasti semantici, ben chiari in questa battuta (bello-brutto) sono una sorta di colonna portante dell'intera tragedia e consentono di mantenere un clima di costante oscura confusione.
Il successivo incontro delle sorelle fatali con Macbeth e l'amico Banquo rappresenta quello che si può definire il "punto di non ritorno" di tutta la storia: le tre streghe, infatti, con toni vaghi tipici delle profezie, chiamano Macbeth con i titoli di conte di
 Glamis, conte di Cawdor ed infine re di Scozia; mentre a Banquo confidano che egli non regnerà ma sarà padre di una discendenza di re. 



E' questa corsa al potere ed alla corona che comporterà per il protagonista del dramma shakespeariano l'avviarsi di un circolo vizioso di complotti ed omicidi. All'interno di questo disfunzionale contesto Lady Macbeth, donna ambiziosa e apparentemente senza scrupoli (mi ricorda un po' la regina Cersei de Le cronache del ghiaccio e del fuoco), avrà un ruolo cruciale. Ella, infatti, farà leva sullo spirito facilmente influenzabile del marito per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi attraverso i mezzi più sanguinosi e disumani.
Interessante è il monologo in cui invoca gli spiriti del male affinché le diano la forza necessaria per compiere le azioni progettate senza paura e ripensamenti:

Venite, o Spiriti che v’accompagnate ai pensieri di morte, e in questo punto snaturate in me il sesso, e colmatemi da capo a piedi, fino a traboccarne, della più spietata crudeltà! Rendete più denso il mio sangue, sbarrate ogni accesso o passaggio alla compassione; così che nessuna visita contrita dei sentimenti naturali scuota il mio feroce proposito, e venga a metter pace fra questo e la sua esecuzione! 
Lady Macbeth - Atto I, Scena VI 
  


L'aspetto più intrigante dell'intera vicenda è, a mio parere, il fatto che i veri antagonisti siano i fantasmi della coscienza di Macbeth e della moglie, i quali trasformeranno i protagonisti da assassini ambiziosi a eroi tragici, alle prese con i tormenti costanti del loro personale inferno interiore.
Si rivelano personaggi totalmente umani, con pulsioni, desideri e paure reali, incapaci di non essere soggiogati dalla brama del potere ma altrettanto inadeguati nell'affrontare le conseguenze che la via che hanno deciso di percorrere comporta, perché ad ogni piccolo crimine ne sussegue un altro, e poi un altro, e poi un altro ancora. La ciclicità della crudeltà umana è un aspetto, purtroppo, estremamente quotidiano e la tragedia di Macbeth sembra essere un invito ad utilizzare sempre la ragione e la forza di volontà per vincere non sugli altri, bensì su sé stessi e sulle nostre pulsioni più primordiali e disfunzionali.




3 commenti:

  1. Anche tu nella maratona. Io sto per accingermi alla rilettura di Amleto.

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    1. Ebbene sì! È un'iniziativa a cui non ho saputo resistere! :) Io dovrei iniziare Amleto settimana prossima, ho aspettative altissime! *.*

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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